TERAMO – L’ultimo episodio di cronaca risale a ieri: un assistente di polizia penitenziaria aggredito alle spalle da un detenuto italiano con analoghi precedenti, nella sezione ‘Comuni’ del carcere di Castrogno. L’agente penitenziario ha riportato la frattura del setto nasale con prognosi ancora da definire. Lo denuncia il Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria. Il segretario provinciale Giuseppe Pallini: «Questo dimostra, se ancora ve n’era bisogno, l’allarmante situazione delle carceri italiane e in particolare di quello teramano ,abbandonato da tempo dall’Amministrazione Centrale e Regionale e diventato ricettacolo di detenuti riottosi, ingestibili e psichiatrici, che per effetto della miscela esplosiva determinata dal sovraffollamento delle celle (64mila detenuti per 42mila posti letto) e dalle endemica carenza di personale di Polizia (ben 5mila unità in meno rispetto agli organici previsti) sono diventati ingovernabili».
Quello di Teramo non è il primo caso. Negli ultimi mesi sempre secondo quanto denuncia il Sappe, si sono verificati numerosi episodi di minaccia e tentata aggressione nei confronti di poliziotti penitenziari e altri fatti gravissimi per l’ordine e la sicurezza, con detenuti che aggrediscono altri compagni per qualsiasi motivo e dove un detenuto, prima di essere trasferito in un altro carcere, ha devastato una sezione detentiva, causando danni ingentissimi. La drammatica situazione è aggravata, secondo quanto riferisce Pallini, dal fatto che «nonostante i gravissimi e ripetuti episodi, perlopiù sempre perpetrati dagli stessi facinorosi, questi non vengono puniti adeguatamente con il carcere duro del 14 bis e se vengono puniti non scontano la punizione perchè "non la possono supportare", previa prescrizione medica». Il Sappe ricorda che nel carcere di Caastrogno, a fronte di una capienza di 270 posti, i detenuti sono 430 e che mancano 70 agenti in organico.